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Grotta o cisterna del Peretto
Sul colle Peretto le tracce insediative più antiche risalgono all'età tardo repubblicana (II-I sec. a.C.), che durante l'età medievale e moderna hanno subito molte spoliazioni, lasciandole nello stato attuale.
Ciò che rimane di quella che fu la cisterna di una villa rustica, fu adibita in tempi relativamente recenti a rifugio o piccolo luogo di culto, come suggeriscono alcune pitture al suo interno. Nel corso degli ultimi decenni, alcune sporgenze sul pianoro del colle Peretto, sono state modificate nella loro morfologia durante la realizzazione della strada che collega il centro storico di San Felice Circeo all'Acropoli.
L accesso al sito è facilitato dal sentiero che rappresenta il prolungamento della via Acropoli verso il pianoro. I tempi per raggiungere la villa rustica si aggirano intorno ai 5-10 minuti, prendendo come punto di origine il centro storico di San Felice Circeo.
Il primo terrazzamento su cui poggiano le strutture superiori ha la funzione di contenere il terreno di riempimento del pianoro sul versante nord-ovest, scaricando parte del suo peso su un angolo realizzato in blocchi di calcare poco squadrati senza alcun legante.
Il secondo terrazzamento è realizzato in caementicium con pareti esterne in opus incertum, mentre l'angolo opposto è interrato insieme a residui dei materiali di crollo. L'opus incertum di queste mura è visibilmente più grossolano, fatto con un legante meno durevole e di pietre poco lavorante.
Questo terrazzamento si estende su un'area maggiore rispetto agli altri due, facendo sviluppare più a ovest la struttura del terzo terrazzamento e lasciando ad est un'area circoscritta tra il terrazzamento precedente e le rocce che delimitano parte del perimetro della villa.
Il terzo ed ultimo terrazzamento è molto più piccolo per estensione rispetto ai due precedenti ed è su di esso che dovevano poggiare gli ambienti principali della villa.
Nel settore posteriore ai terrazzamenti frontali è collocata una cisterna per l'acqua con un foro alla sommità per l'adduzione dell'acqua piovana di lunghezza 13,50 m e larghezza 1,80 m.
La cisterna era in origine affiancata da una seconda conserva d'acqua parallela e comunicante per mezzo di un archetto alla base.
Entrambe le cisterne sono costruite in opus caementicium ed erano rivestite internamente fino alla volta da malta idraulica. La parete comune ad entrambe le cisterne presenta dei contrafforti parallelepipedi distanti reciprocamente 1,50 m con un'altezza di 1,10 m; questi contrafforti erano ricavati anche nella cisterna crollata e speculari a quelli visibili ancora oggi.
Distaccata dai terrazzamenti della villa e dalla cisterna, si trova qualche metro a sud una calcara per la cottura della calce di forma circolare con le pareti in materiale refrattario legate con argilla ed una sola bocca di immissione. Le dimensioni della calcara raggiungono i 4,30 m di larghezza interna ed un'altezza di circa 2,50 m.
Il forno è costruito ai piedi di un dislivello, per avere un'efficace isotermia ed agevolare le operazioni di carico e scarico; il terreno argilloso è il più ricercato grazie alla sua trasformazione in un involucro solido e perfettamente isotermico una volta a contato con il calore.
Tutta l'area della villa rustica era recintata con un muro a secco formato da piccoli conci in calcare poco squadrati, delimitando il pianoro con le strutture della villa.
Il recinto intorno alla villa permetteva di sottolineare la proprietà, ma permetteva di avere anche uno spazio per contenere degli animali e dividere correttamente i terreni agricoli.
Bibliografia:
- L. Ceruleo, Ville rustiche nella colonia di Circeii, 2018, pp. 38-42.
- D. Ronchi, La colonia di Circeii dal tardo arcaismo alla colonia di Cesare padre: santuari ed evidenze monumentali, edizioni ETS, Pisa, 2017, p. 144.
- G. Lugli, Forma Italiae, Regio I, Latium et Campania I: Ager Pomptinus, Pars II: Circeii, Roma, 1928 c. 38, n. 4