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Borgo Medioevale del centro storico

Il centro storico di San Felice Circeo occupa una porzione rocciosa di 150 x 200 m circa a lato del monte, su un’altitudine compresa tra 103 a 90 m s.l.m., inclinato verso la costa. L’aspetto del paese è prevalentemente ottocentesco, senza considerare il palazzo baronale di impronta cinque-seicentesca, il tutto sviluppato attorno alla rocca medioevale, che ricalca direttamente l’antico insediamento romano, presentando un perimetro più o meno rettangolare e strade ortogonali all’interno.
Sono evidenti le mura in opera poligonale, in I maniera, conservate sul lato Sud-Est lato rivolto verso la costa, che hanno portato più volte a identificare l’impronta urbanistica della colonia del 393 a.C.
Sul lato settentrionale si notano altri tratti di mura dell’antica colonia. 

L’asse stradale che percorre longitudinalmente tutto il centro storico (Corso Vittorio Emanuele), fu indicato già da Lugli con il percorso dell’antico decumano della colonia romana, dove internamente sono presenti tracce di strutture in opus incertum o quasi reticulatum.

Le mura poligonali sul lato meridionale presentano un passaggio che permette un proseguimento del percorso del decumano fino alla costa, dovuta all’apertura della strada nel primo tratto avvenuta nel 1880.
Le mura sono state riprese per la costruzione delle fortificazioni medioevali e da molte case del paese, che si alzano per alcuni metri al di sopra.

L’angolo orientale dell’insediamento presenta poco verso nord una porta medioevale ad arco gotico (via Antica porta), con all’interno e all’esterno dello stipite notevoli tracce dell’antica porta nel corridoio sotto l’arco è visibile un tronco di muro in opus incertum, mentre nel lato esterno dello stipite si nota l’opera poligonale in III maniera in locchi scanditi da anathyrosis.

Sempre sul lato settentrionale si nota una orma perimetrale più estesa (giardino Vigna la corte) a non riconducibile alla forma della città antica, poiché moderni sbancamenti per restaurare le strutture perimetrali hanno mostrato fino alla loro massima profondità interna tutti riporti di terra moderna, riconducibili alla costruzione della Vigna della Corte, pianificata nell’allargamento dell’area urbana nel Seicento.

Sul lato opposto delle mura meridionali sono poco visibili tracce di lacerti discontinui dell’opera poligonale a causa dei continui interventi in questa zona in epoca medioevale. L’unico lato su cui non si notano tracce dell’opera poligonale è quello disposto a sud-ovest alle spalle del centro storico, con un dislivello rispetto alla parete rocciosa del promontorio, dove ricorrono prevalentemente mura medioevali con torri fortificate risalenti al XIII sec.

Nel portale d’accesso al palazzo baronale attuale piazza Lanzuisi, internamente sul lato destro (entrando) è visibile l’antico lastricato e la presenza di una parete in opus reticulatum, evidenziando una porta d’accesso all’abitato antico ortogonale al decumano.

Nel perimetro dell’antico abitato sono evidenti in pianta i due lati corti del quadrilatero che formano due angoli ottusi, dando una forma particolare all’insieme, impostato sui vertici rocciosi naturali.

Sulla divisone degli spazi interni in base ai resti riconosciuti nell’abitato, sembra possi ile delineare la orma dell’impianto urbanistico antico.
Gli unici resti visibili attualmente si trovano inglobati in tratti murari medioevali lungo via Anna Magnani e via Omero, insieme ad altri tratti in via Giuseppe Garibaldi, evidenziando un edificio di età tardo repubblicana adibito forse ad abitazione con magazzino sottostante.

Riguardo all’impianto urbanistico di et romana, facendo capo sempre al corso principale Vittorio Emanuele, si può notare come la scalinata Lorenzo Ceccarelli non sia solo un passaggio attuale ma una via di accesso ortogonale al Corso fino a via Carducci.
Un’altra via antica doveva corrispondere a via XX Settembre, convogliando due porte di accesso al paese sul lato meridione e settentrionale, mentre l’ultima via di accesso ortogonale al corso e alla piazza Vittorio Veneto doveva corrispondere all’ingresso del palazzo baronale dove sono inglobate strutture antiche. Quilici riconoscendo una validità in questi assi riscontra una distanza di 60 m (200 piedi) tra via Virgilio e via Omero, destinando questo spazio probabilmente ad aree pubbliche con gli spazi restanti molto articolati, lasciando ricostruire la città antica con una pianta mantenuta dall’attuale paese.