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Santuario di Circe

A quota 541 m s.l.m., la massima del monte, esiste tuttora un'area rettangolare allargata a mezzo di un basamento di circa 40X25 metri, dove si innalzava il santuario di Circe.

L’intero sito presenta una complessa stratigrafia muraria dovuta a sistemazioni di età più recente. Le mura sul lato meridionale sono in opera poligonale formata da blocchi legati con calce, affiancata dall’opus incertum e quasi reticulatum rifinito con alcuni laterizi.

L’accesso è garantito tramite il sentiero che collega via Torre Paola alla zona del Quarto Freddo per salire, attraverso due varianti: Panoramica e direttissima, sulla cima del promontorio in circa 1:30-2:00 ore, prendendo come punto di origine il parcheggio di Torre Paola.

Spostandosi sul lato settentrionale, la muratura è realizzata in opus incertum, insieme a due contrafforti in prossimità dell’angolo frontale della struttura, utilizzati per controbilanciare lo scarico delle forze in un punto particolarmente ripido del pianoro.

Sul lato frontale del basamento, in prossimità dell’angolo nord-ovest si trova un pozzo con la funzione di cisterna per l’acqua, inquadrabile probabilmente anche in un contesto di riutilizzo a scopo difensivo di tutta l’area.


Nel centro del basamento dovevano trovarsi anticamente un altare e un’edicola sacra contenente la statua marmorea della divinità, così come ricordato da un'iscrizione, la C.I.L. 6422, nella quale si legge che l'imperatore Caracalla, con il consenso dei sacerdoti addetti al culto, ordinò il restauro dell'ara dedicata a Circes Sanctissimae (il santuario più importante dedicato alla dea), demandando l'incarico a Servio Calpurnio Domizio Dexter. La C.I.L. 6422, dopo tutto, non può essere utilizzata per confermare l’identità del santuario di Circe sulla vetta del promontorio del Circeo, poiché tale iscrizione fu ritrovata nel territorio di Terracina prima di essere definitivamente portata a Mesa di Pontina.

La presenza di un santuario dedicato a Circe presso il Circeo viene riportato in particolare da alcune fonti storiche come Cicerone e Strabone.

Il culto della dea Circe era probabilmente molto importante e sentito dagli abitanti di Circeii al punto da dedicarle il luogo più alto nel territorio, al di sotto del quale si trovava, a partire dalla fine del I sec. a.C., l’importante porto-canale comunicante con il Lago di Paola.

La datazione di questo sito archeologico non è ancora del tutto certa, ma in base alla lettura stratigrafica delle mura antiche è possibile collocarlo nella fase tardo-repubblicana di I sec. a.C. e con successivi restauri fino al III sec. d.C.

 

Bibliografia:

  • D. Ronchi, La colonia di Circeii dal tardo arcaismo alla colonia di Cesare padre: santuari ed evidenze monumentali, edizioni ETS, Pisa, 2017, pp. 59-64
  • G. Lugli, Forma Italiae, Regio I, Latium et Campania I: Ager Pomptinus, Pars II: Circeii, Roma, 1928, 28-31.