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Acquedotto romano antica Circeii e cisterna di raccolta

Un acquedotto capace di incanalare le risorse idriche dalle fonti naturali presenti sul territorio permetteva attraverso una rete capillare la distribuzione di acqua nell’abitato romano di Circeii.

L’antico acquedotto venne riscoperto casualmente agli inizi del secolo scorso, durante il 1908 per dei lavori di risanamento igienico fu casualmente ritrovato il vecchio canale.
Intorno al 1940-41 vennero eseguiti nuovi lavori di ripristino a causa di una frana che ne aveva impedito nuovamente l’utilizzo; questa volta venne rialzato il primo tratto del cunicolo rispetto al piano originario del canale dell’acquedotto.

Fino a quel momento tutti gli interventi servirono soprattutto a rendere funzionale la struttura sotterranea, ma si era già intuito di trovarsi di fronte ad un canale antico.

Gli ultimi studi risalgono al 2000, anno in cui fu ispezionato nuovamente negli spazi accessibili. Il primo tratto prosegue in direzione del monte ed è stato oggetto degli interventi di rifacimento più frequenti, il percorso non sempre rettilineo da accesso al secondo tratto, attraversando un grande ambiente, rivestito di mattoni moderni e sopra il quale si trova un pozzo di aerazione.

Proseguendo il percorso, si presenta uno spostamento verso Sud e improvvisamente si interrompono le tracce dei lavori più recenti; l’ultima parte del canale è l’unica che mantiene la forma dell’antico acquedotto romano, dove sono visibili le tracce degli strumenti usati per scavare la roccia calcarea e il livello raggiunto dall’acqua in età più antiche lasciato dai depositi calcarei.

Rimangono ancora oggi molti dubbi, a causa della presenza di crolli che impediscono il passaggio sul percorso che compiono i canali dell’acquedotto fino alla captazione dell’acqua dalla sorgente sotterranea.

La mancanza di documentazione da ricondurre allo scavo dell’acquedotto rende difficile una datazione attendibile; anche analizzando la tecnica costruttiva non si possono dare delle datazioni corrette perché la semplicità del sistema potrebbe indirizzare verso un periodo più antico, ma questo potrebbe dipendere dalla morfologia della zona in forte pendenza.

L’ipotesi più accreditata è quella dell’utilizzo dell’acquedotto in un periodo di sviluppo urbanistico, intorno al I sec. a.C., coinvolgendo il piccolo nucleo abitativo e molte ville circostanti.

L’utilizzo di grandi quantità d’acqua non poteva essere ricoperto sempre dalle singole cisterne che si trovano in corrispondenza delle ville rustiche; per questo il trasporto dell’acqua verso strutture di notevole grandezza e complessità risultava difficile senza l’impiego di un acquedotto.

Nella parte finale in cui la diramazione arriva in prossimità del centro storico di San Felice Circeo è presente una cisterna di raccolta, utilizzata con buona probabilità in secoli più recenti.


La cisterna è stata recentemente svuotata e rilevata dall’associazione A.S.S.O. onlus.